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Stagioni di Black Mirror classificate dalla peggiore alla migliore

Apr 26, 2023Apr 26, 2023

E per "peggiore" intendiamo quello che ti farà più male allo stomaco

Dopo una pausa di quattro anni, la serie di fantascienza di Charlie Brooker, vincitrice dell'Emmy, "Black Mirror" tornerà finalmente con la sua sesta stagione a giugno. Incentrata sui personaggi, spesso cupa e sempre innovativa, la serie antologica costellata di star si propone di esplorare l'impatto della tecnologia sull'umanità (e viceversa). Rilasciata nel mezzo di accesi dibattiti sull'uso dell'intelligenza artificiale nell'arte, compresi i suoi effetti su scrittori e attori, la sesta stagione di "Black Mirror" in cinque episodi arriva in un momento in cui la tensione tra innovazione tecnologica ed espressione umana sembra essere scomparsa. mai stato più in alto. E considerando che "Black Mirror" non ha mai evitato l'intelligenza artificiale nella sua narrazione, non vediamo l'ora di vedere cosa aggiungerà alla conversazione.

Fino ad allora, se vuoi passare il tempo fino all'uscita dei nuovi episodi, ora è una grande opportunità per recuperare o rivisitare le stagioni precedenti. Tuttavia, come sempre accade con le serie antologiche – specialmente quelle in cui ogni episodio è una storia a sé stante – non tutte le stagioni di “Black Mirror” sono uguali. E mentre ogni stagione ha i suoi alti e bassi, alcune sono più sbilanciate verso un lato dello spettro rispetto ad altre. Ecco la nostra classifica delle prime cinque stagioni di "Black Mirror".

6. Stagione 5

Episodi: "Striking Vipers", "Smithereens", "Rachel, Jack e Ashley Too"

La dice lunga sulla qualità della serie il fatto che anche la stagione in fondo alla classifica non sia tanto negativa quanto semplicemente... buona. Tornando al formato più breve delle prime due stagioni, il primo dei tre episodi della quinta stagione, "Striking Vipers", vede protagonista l'eroe del MCU Anthony Mackie nei panni di un uomo che inizia una relazione digitale con il suo amico (la star di "Candyman" Yahya Abdul-Mateen II) all'interno di un gioco di realtà virtuale in stile "Street Fighter". L'episodio tenta di sollevare domande su sessualità e genere, giochi online e fedeltà romantica, ma sembra un po' superficiale e dispersivo nel suo sviluppo, rendendo difficile investire veramente nei suoi temi.

"Smithereens" è altrettanto sfocato nella storia di un autista di rideshare (Andrew Scott) che rapisce uno stagista presso una società di social media nel tentativo di ottenere un pubblico disperato con il suo CEO (Topher Grace, in un ruolo che è un chiaro cenno a Il fondatore di Twitter Jack Dorsey). Come "Nosedive" e "Hated in the Nation", "Smithereens" affronta i pericoli dei social media, ma ha difficoltà ad articolare il suo punto e viene salvato principalmente dalla forza della performance di Scott.

L'episodio finale della quinta stagione, "Rachel, Jack and Ashley Too", vede protagonisti Miley Cyrus nel ruolo autoreferenziale nei panni della superstar pop Ashley O e Angourie Rice nei panni della superfan che riceve un giocattolo AI chiamato Ashley Too, che comunica usando la voce. di Ashley O. Ma ovviamente, nessuna intelligenza artificiale in "Black Mirror" arriva mai senza gravi conseguenze, e presto apprendiamo che Ashley Too e Ashley O hanno molto più in comune di una semplice voce. "Rachel, Jack and Ashley Too" trova "Black Mirror" che gioca ancora una volta con due dei suoi temi preferiti - l'intelligenza artificiale e i trasferimenti di coscienza - ma il casting di Cyrus come meta-commento sul costo della fama riesce a far sembrare l'episodio fresco anziché riciclato.

Tuttavia, la stagione nel complesso manca dell'immaginazione contorta e dell'entusiasmo per non fare prigionieri delle stagioni precedenti, mantenendo la stagione 5 in fondo a un pacchetto davvero competitivo (e snervante).

5. "Bandersnatch"

Pubblicato come film autonomo, l'interattivo "Bandersnatch" riesce quasi a essere una mini-stagione a sé stante grazie alla natura scegli la tua avventura della sua narrativa. Il film vede protagonista la star di "Dunkirk", Fionn Whitehead, nei panni di Stefan, un programmatore di giochi che crea un suo gioco di avventura chiamato - avete indovinato - "Bandersnatch". Come ci si potrebbe aspettare data la premessa, il film finisce per essere un'esperienza estremamente meta, con Stefan e il pubblico che guarda che trovano le loro esperienze imitando il gioco, che a sua volta imita il libro immaginario su cui è basato. Gli spettatori sono in grado di dettare le scelte di Stefan nei momenti cruciali del film, ma ovviamente, poiché si tratta di "Black Mirror", nessun percorso porta a un lieto fine inequivocabile. L'unica domanda è quanto sarà alto il numero dei morti alla fine, e quanto sarà diventato infelice Stefan.